Una risata seppellirà il mondo, a quanto pare, ma la bellezza, forse, potrebbe guarirlo. Unico unguento, a quanto se ne sa, capace di rimarginarne le ferite e riscattarne l’anima. Con l’aiuto della gentilezza, di quel garbo d’antan che conferisce leggerezza alle cose, le rende lievi, soffici. Indispensabile, poi, è la misura, la sobrietà, la sottrazione, dire meno per dire di più. Less is more, per dirla nella lingua del Bardo. La bellezza delle piccole cose, quella che si cela negli anfratti, invisibile ai più, ma riconoscibile a chi sa cercarla, scovarla. La grazia dei gesti, la geometria delle parole, l’intensità dello sguardo. La musica che si insinua, l’aria che seduce, le labbra che si mordono, l’innocenza. Bellezza esisti ancora? C’è un luogo, uno spazio, un cono d’ombra dove ancora ti nascondi? Lontano da algoritmi e dallo sguardo severo di Google Map?
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